A proposito di Querida Amazonia

Tra sogni e strade che sembrano sentieri

marzo 2020

Era attesissima “Querida Amazionia”, l’esortazione di Papa Francesco che avrebbe raccolto le decisioni del Sinodo dei Vescovi che si era tenuto nel al termine del 2019 proprio sul tema della Chiesa che vive in Amazzonia. Purtroppo, ma comprensibilmente, nella logica delle dinamiche mediatiche, la quasi totalità dello spazio fornito dai mezzi di comunicazione, come si è letto dai titoli all’indomani della sua uscita, non aspettava altro che la presa di posizione del Papa (e quindi definitiva), attorno alla questione del celibato ecclesiastico. Cercando di ricostruire brevemente: durante il Sinodo dei vescovi era stata discussa una questione spinosa. La situazione della Chiesa amazzonica è particolare: molte comunità sperdute su un territorio vastissimo spesso non hanno la possibilità di celebrare l’eucarestia per la mancanza di ministri ordinati. È possibile, per questi casi particolari, concedere il ministero ordinato a degli uomini sposati? In soldoni: è possibile ordinare preti uomini sposati? Nella chiesa cattolica di rito orientale, come in quella di rito mozarabico (presente in alcune regioni della Spagna), esiste il clero uxorato, ovvero preti ordinati dopo il matrimonio. È possibile applicare questa norma anche per l’Amazzonia, nonostante il rito previsto sia quello latino, ordinando preti dei diaconi permanenti sposati? Sì, hanno votato i Vescovi a riguardo, nel paragrafo del documento finale che ne parlava. No, ha deciso il Papa. O almeno non ha ratificato questa scelta, non ignorando la questione del celibato, termine che non compare nemmeno nel testo dell’esortazione. Che parla di tutt’altro, o meglio, dell’argomento del Sinodo, cioè l’Amazzonia.

Il testo dell’enciclica è il racconto di un sogno:

Sogno un’Amazzonia che lotti per i diritti dei più poveri, dei popoli originari, degli ultimi, dove la loro voce sia ascoltata e la loro dignità sia promossa.

Sogno un’Amazzonia che difenda la ricchezza culturale che la distingue, dove risplende in forme tanto varie la bellezza umana.

Sogno un’Amazzonia che custodisca gelosamente l’irresistibile bellezza naturale che l’adorna, la vita traboccante che riempie i suoi fiumi e le sue foreste.

Sogno comunità cristiane capaci di impegnarsi e di incarnarsi in Amazzonia, fino al punto di donare alla Chiesa nuovi volti con tratti amazzonici.

Al racconto di questo sogno si intervallano descrizioni molto franche della realtà sociale ed economica dell’Amazzonia, e soprattutto del ruolo che la Chiesa ha avuto in essa:

Alcuni slogan hanno contribuito a questa confusione, tra gli altri quello del “non concedere”, come se tale asservimento potesse venire solo dall’esterno dei Paesi, mentre anche poteri locali, con la scusa dello sviluppo, hanno partecipato ad alleanze allo scopo di distruggere la foresta – con le forme di vita che ospita – impunemente e senza limiti

Non possiamo escludere che membri della Chiesa siano stati parte della rete di corruzione, a volte fino al punto di accettare di mantenere il silenzio in cambio di aiuti economici per le opere ecclesiali.

I punti programmatici per il conseguimento del sogno restano espressi con un linguaggio alto: come ci si può aspettare da un’esortazione apostolica, non si propongono soluzioni, ma si indicano gli obiettivi:

Il tema è promuovere l’Amazzonia; ciò però non significa colonizzarla culturalmente, bensì fare in modo che essa stessa tragga da sé il meglio. Questo è il senso della migliore opera educativa: coltivare senza sradicare; far crescere senza indebolire l’identità; promuovere senza invadere. Come ci sono potenzialità nella natura che potrebbero andare perdute per sempre, lo stesso può succedere con culture portatrici di un messaggio ancora non ascoltato e che oggi si trovano minacciate come non mai.

Non è certo una lista di soluzioni l’esortazione, ma, com’è proprio della natura di un testo del genere, una dichiarazione di intenti, dove si sente tutta la fatica di una realtà che rema contro ai sogni formulati: un sogno sociale, un sogno culturale, un sogno ecologico, un sogno ecclesiale. Eppure la strada per inseguirli sembra essere in salita, e il lavoro che si fa per realizzarli (si pensi al problema ecologico) nettamente in perdita.

Non saranno queste parole a influenzare programmi politici sull’ecologia e sulla cultura, ma è stato importante che questi orizzonti siano entrati per la prima volta nei testi del magistero: a fronte di una realtà che segue logiche totalmente diverse, la vocazione dei cristiani è quella di essere segni di contraddizione. E forse è un bene che le soluzioni concrete per mettersi su questa strada non diventino anch’esse leggi preconfezionate, destinate di nuovo a fissarsi e diventare a loro volta un peso per chi vorrà cambiare il futuro. Perfino un Papa che sceglie di non essere progressista a tutti i costi e invita a risolvere i conflitti “a livelli superiori”, “cercando vie nuove, non ancora immaginate”, sta invitando a non cristallizzare le posizioni della maggioranza ma a trovare vie che uniscano le polarità in contrasto. Sarebbe stato saggio derogare su una norma come quello del celibato sulla base di un Sinodo? Probabilmente no, è una decisione che riguarda tutta la Chiesa universale. Si troveranno le strade per la nascita di un rito amazzonico, che legittimi le differenze tra una chiesa che ora come si regola con le stesse norme da Roma alla foresta amazzonica? Ci sarà la buona volontà di trovare nuove vie per camminare insieme, prima che quella di piantare la bandiera sulle proprie vittorie?

Pope Francis (L) receives a plant offered by an Amazon native as he celebrates the closing mass of the Synod on Amazonia on October 27, 2019 at the Saint Peter’s Basilica in the Vatican. (Photo by Andreas SOLARO / AFP)

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